Circolare INPS 2 marzo 1994, n° 71
Oggetto: Attivita` di vigilanza - Piani operativi.
Al fine di verificare il grado di realizzazione delle direttive emanate in materia di attività di vigilanza con le circolari n. 21 del 28.1.91, n. 245 del 15.10.91 e n. 168 del 7.7.92 e nel quadro delle iniziative volte al miglioramento qualitativo del processo funzionale, con mess. n. 38994 del 2.12.1993 e` stato effettuato un monitoraggio presso tutte le SAP per conoscere le iniziative assunte in sede locale riguardo all'organizzazione, alla programmazione e allo svolgimento dell’attività ispettiva.
L'evoluzione della normativa e le esperienze concrete infatti hanno spesso suggerito in sede locale una integrazione o una più mirata applicazione di principi indicati nelle predette circolari per renderli coerenti con gli obiettivi fissati dagli Organi.
L'esame delle varie realtà operative, pur evidenziando il recepimento delle nuove direttive con conseguente ripensamento dell’attività ispettiva in termini di programmazione e di studio di azioni mirate sul territorio, ha fatto rilevare, peraltro, ritardi nella realizzazione di alcuni aspetti, quali la dotazione di risorse umane e strumentali ai settori amministrativi degli Uffici ed Unita` operative di Vigilanza, l'effettuazione delle previste riunioni periodiche con tutti gli operatori del settore, le modalità di condurre le ispezioni con coppie di funzionari, specie nella fase di primo accesso.
Sono emerse inoltre, nell'ambito dell'organizzazione interna dei singoli uffici o unita` operative, modalità differenziate e, talora in contrasto con le direttive generali, relativamente alla programmazione dell’attività di vigilanza.
In particolare si e` evidenziato un difforme atteggiamento delle Direzioni sulle modalità di verifica dell’attività ispettiva, in alcuni casi ancora incentrata su un controllo formale dei comportamenti operativi piuttosto che su un più efficace controllo direzionale dei risultati complessivi.
Ciò premesso, al fine di garantire uniformità di comportamento su tutto il territorio nazionale si ritiene opportuno assumere nuove iniziative operative volte a superare gli aspetti di criticità riscontrati coinvolgendo, in una logica di controllo di qualità, sia le Sedi Regionali sia le SAP.
Per quanto concerne i ritardi rilevati, le Sedi Regionali nell'espletamento del proprio ruolo istituzionale di propulsione, coordinamento e verifica della congruità complessiva delle strutture produttive, assicureranno che presso tutte le SAP vengano effettuate le previste riunioni periodiche e verificheranno, per ciascuna di esse, che la consistenza dei supporti amministrativi e delle dotazioni strumentali assegnate agli Uffici Vigilanza siano dimensionati al numero degli ispettori in forza, in modo da assicurare il normale svolgimento del processo produttivo e l'ottimizzazione dell’attività di vigilanza.
Tali dati dovranno essere trasmessi alla Direzione Centrale Vigilanza e
Recuperi contributivi entro il 31 marzo p.v. secondo lo schema indicato nel
mess. n. 21975 del 3.4.1993.
Riguardo al fatto che non sempre le ispezioni vengono condotte in coppia,
specie nella fase di primo accesso, si ribadisce quanto già indicato nella
circolare 21/1991, circa la circostanza che tale procedura costituisce una
garanzia sia per i verbalizzanti che per i datori di lavoro, e nella
circolare 168/1992, relativamente alla necessita` che le visite ispettive
siano attentamente preparate rapportando la forza da impegnare alle
dimensioni dell'azienda e alla sua articolazione nel territorio. Per quanto concerne i comportamenti rilevati nella fase di assegnazione
delle pratiche ai funzionari e di controllo degli adempimenti si e`
riscontrata una diffusa difformità rispetto a quanto previsto dalla
circ. 168/1992 nella parte che ribadiva la necessita` di valutare i carichi
di lavoro di ciascun ispettore, tenendo conto delle dimensioni e delle
difficoltà presumibili delle indagini e ciò al fine di consentire una
rapida conclusione degli accertamenti ed evitare accumuli di giacenze,
specie se riferite ad ispezioni già iniziate.
Per ricondurre ad uniformità i diversi comportamenti si ravvisa la
necessita` di attribuire alla formulazione dei programmi individuali una
specifica formalizzazione, inserendo tra la fase programmatoria, a cadenza
mensile, e quella di controllo dei risultati, una fase intermedia di
"pianificazione e verifica operativa", a cadenza quindicinale, quale momento
di coinvolgimento dei funzionari e del responsabile dell'area nelle scelte
operate.
Questa fase rappresenterà, anche, uno strumento utile per razionalizzare
l'organizzazione del lavoro individuale del funzionario e, complessivamente,
dell'Ufficio, rappresentando cosi` una delle leve organizzative per tendere
all'ottimizzazione dei risultati.
Per la formulazione del piano e` stato predisposto un apposito prospetto
il cui scopo e`
quello di evidenziare il carico di lavoro di ogni singolo o coppia di
ispettori e consentire l'analisi dei risultati conseguiti.
Il prospetto e` diviso in due sezioni.
Nella Sezione prima, più strettamente programmatoria, verranno indicate
analiticamente le aziende da ispezionare nel periodo di validità del piano
operativo.
In fase di esecuzione di tale piano verrà rimessa alla valutazione
dell'ispettore la scelta dei luoghi e dei tempi nei quali effettuare o
proseguire l'accertamento, e ciò anche per assicurare l'"effetto sorpresa"
che e` strettamente legato all'efficacia dell'intervento in questo tipo di
attività.
In calce alla sezione e` stata inserita una nota che esplicita
l'autorizzazione ad effettuare, nell'ambito territoriale di competenza della
Sede, tutti gli accessi presso le aziende in esso indicate e loro
dipendenze, nonché presso tutti quei soggetti pubblici e privati che
risultano direttamente collegati con l'accertamento ispettivo in corso.
Tale tipo di autorizzazione e` stata ritenuta indispensabile per soddisfare
l'esigenza di una attività che e` caratterizzata da iniziative non
preventivabili, dettate il più delle volte da scelte operative che si
determinano nel mentre si sta procedendo all'effettuazione
dell'accertamento, sulla base di quanto emerso dalle prime indagini.
La Sezione seconda verrà utilizzata per la verifica da effettuare al
termine di validità del piano.
In tale occasione i funzionari incaricati daranno ampio resoconto
dell’attività svolta indicando, per ciascuna azienda, la data di inizio
dell'ispezione, le date dei successivi accertamenti, fino alla data della
conclusione. Dovranno altresì essere riportati eventuali accessi
effettuati presso dipendenze diverse o presso consulenti, Enti, etc.
Si sottolinea l'importanza della verifica quale momento di coinvolgimento
degli operatori e come strumento di misurazione dell'efficacia dell'azione
programmatoria.
E` di tutta evidenza che in tale sede dovra` essere effettuata una attenta
analisi dei risultati conseguiti e dei comportamenti adottati al fine di
renderli compatibili con gli obiettivi fissati, sia dal piano operativo che
dal più ampio programma mensile di sede.
La scheda costituirà inoltre un valido supporto alla stesura del piano
relativo al periodo quindicennale successivo, nel quale dovranno essere
ricomprese tutte le aziende per le quali l'ispezione non si e` conclusa.
Eventuali interruzioni delle indagini, peraltro riconducibili a quelle gia`
indicate nella circolare n.168/1992 o dovute a motivi del tutto eccezionali,
dovranno essere annotate nella scheda con l'indicazione della causa di
sospensione e della data di probabile ripresa.
I piani predisposti verranno custoditi, per motivi di riservatezza, dal
Dirigente l'Ufficio Vigilanza, e una volta esaurita la loro validità
dovranno essere conservati agli atti dell'Ufficio.
Quanto infine alla richiesta di autorizzazione alle missioni e all'eventuale
utilizzo del mezzo proprio, i funzionari compileranno, sulla base del piano
operativo, una unica richiesta di autorizzazione valida per il periodo di
operatività del piano con l'indicazione delle sole località di residenza
dell'azienda (Sezione 1a), utilizzando i moduli in uso opportunamente
adattati.
Questa soddisferà anche le condizioni richieste per la copertura dei rischi
a favore dei dipendenti autorizzati a servirsi del proprio mezzo di
trasporto per missioni o per adempimenti di servizio fuori dell'Ufficio.
Gli spostamenti presso le filiali delle aziende o presso consulenti, ovvero
presso altre amministrazioni, per acquisire elementi utili al completamento
dell'ispezione, non richiederanno una ulteriore autorizzazione, anche per
quanto riguarda l'eventuale utilizzo del mezzo proprio.
Sulla base della Sezione 2a del piano operativo, verranno poi compilati i
rendiconti delle missioni effettuate.
Per una migliore illustrazione delle direttive di cui alla presente
circolare i Capi degli Uffici e delle Unita` operative di Vigilanza saranno
convocati con messaggio a parte presso questa Direzione Generale.